L'INDUSTRIA DELL'ABBIGLIAMENTO IN FRANCIA ED ITALIA : ANALISI COMPARATA
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Francesca Irene Sensini
In che modo le aziende in questo mercato si differenziano tra Francia ? e in Italia?
“C’è una differenza storica e poi c’è una differenza attualmente di dimensioni.
A livello storico, la Francia è la prima ad affacciarsi come leader nel settore della moda e questo già alla fine dell’Ottocento. I francesi sono i primi che si affermano come stilisti veri e propri, cioè i primi che danno la tendenza. Non sono semplicemente sarti che eseguono gli ordini dei clienti ma creatore di stili, indicano ciò che va indossato e ciò che non va indossato. La Francia diventa quindi il paese trainante e l’Italia si afferma molto dopo in questo settore, imitando la Francia fino agli anni del Secondo dopoguerra quando comincia a Roma la moda con le sorelle Fontana, Fendi, Gattinoni. Negli anni Ottanta tutto si sposta a Milano dove il settore moda si industrializza pesantemente con i nomi come Versace, Valentino, Armani. Quindi
A livello di dimensioni, la Francia ha grandi gruppi, i cosiddetti “holding” ed è leader nel settore mondiale. L’Italia invece, non ha holding importanti, ha ancora delle maison di tipo patronale.
Alcuni marchi come Prada, ad esempio, hanno tentato di diventare delle holding ma le loro dimensioni sono decisamente più ridotte. Altri invece, si aprono ad un mercato globalizzato come Versace, per esempio, che è un marchio della holding americana Michael Kors.”
In che misura il "nome" e i valori di un’azienda sono importanti in questo settore ?
“Il nome è quel valore immateriale che compriamo e paghiamo in più. Compriamo la sua storia, il rimando a uno statuto sociale. Il nome è il marchio, il brand. Se io vesto con marche del lusso come Louis Vuitton o Saint Laurent, la mia immagine sociale dice agli altri che io ho il denaro per permettermi quell’oggetto. Ma anche che per me è importante avere quell’oggetto di un brand di prestigio e non un altro. Il nome è quel valore aggiunto che porta con sé tutta una serie di contenuti, di significati sociali e quindi possiamo affermare che è sicuramente di grande peso per chi riconosce nel brand il raggiungimento di uno status sociale. Una borsa di Hermès è uno status symbol per chi da importanza ad un certo tipo di status sociale.”
Quanto pesa il trend crescente del mercato dell’usato sui negozi di abbigliamento ?
“È chiaro che l’usato, il riciclo, il vintage sono modi per consumare senza consumare nel senso che si continua ad usare qualcosa che è già stato prodotto e comprato. Si ridà nuova vita a capi ed accessori per il quale sono stati già consumati energia, materia e mano d’opera, per cui si è già inquinato l’ambiente. Questi aspetti sono importantissimi in un frangente storico come quello in cui ci troviamo. Siamo in pieno antropocene, cioè quell’era geologica che si definisce per la presenza negli strati della terra dei prodotti dell’attività umana (plastiche e inquinanti di vario genere). Ciò genera un mondo più caldo, suoli impoveriti e quindi una vita più difficile per tutti. Quindi in pieno antropocene è molto importante invertire la tendenza antropogenica verso il disastro ambientale e l’estinzione della razza umana e non. Bisognerebbe smettere di consumare fast fashion e in generale evitare di consumare il nuovo prolungando la vita del vecchio e del vintage. Si tratta di un accorgimento importantissimo nel settore come quello della moda che è tra i più inquinanti al mondo. Sarebbe bene capire che comprare da insegne di fast fashion significa compiere degli atti irresponsabili nei confronti del pianeta, degli esseri umani (lavoratori ridotti in stato di schiavitù e sfruttamento) e anche nei confronti di noi stessi perché indossiamo capi trattati con agenti chimici, tossici che fanno male alla nostra pelle.”